di Claudio Salvalaggio - ANSA
MOSCA - Mosca continua a replicare mossa su mossa a Washington, tenendo alto il tiro contro il vice presidente Usa, Dick Cheney, venuto a cementare l'alleanza con tre ex Paesi sovietici, e contrapponendogli la solidarietà di altri cinque stati dell'ex Urss nella guerra georgiana. Alla Ue, che nel vertice dei ministri degli esteri di Avignone ha messo a punto la missione civile europea in Georgia, la Russia lancia invece segnali di collaborazione, in vista del "cruciale" incontro di lunedì al Cremlino tra il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il collega russo, Dmitri Medvedev. Mosca ha aperto il fuoco delle dichiarazioni mettendo in dubbio la legittimità dell'arrivo nel porto georgiano di Poti della nave militare Usa 'Mount Whitney', la sofisticata ammiraglia della Sesta flotta americana, minacciando il ricorso all'Onu in caso di violazioni della convenzione di Montreux sulla navigazione nel Mar Nero: le perplessità riguardano la stazza e l'uso di una nave di questo tipo per il trasporto di una asserita grande quantità di aiuti umanitari. Il ministero degli esteri russo ha inoltre accusato Cheney, con le ribadite promesse ieri di un rapido accesso di Tbilisi alla Nato, di "rafforzare il pericoloso senso di impunità del regime di Mikhail Saakasvili" e di "incoraggiare le sue ambizioni aggressive". Mosca non ha risparmiato il sarcasmo, notando che la dimensione del pacchetto di aiuti promessi da Cheney a Tbilisi "é virtualmente la stessa del budget per la difesa della Georgia". Silenzio invece sul rinnovato appoggio di Cheney alle ambizioni Nato di Kiev: la crisi politica in corso basta da sola a frenare la corsa dell'Ucraina, anche verso la Ue, benché Bruxelles sembri intenzionata a mantenere il summit bilaterale previsto per martedì prossimo a Evian, in Francia. Il Cremlino continua intanto a tessere la sua tela per non restare isolato, almeno nell'ex Urss, dato che finora solo il lontano Nicaragua, dopo la Russia, ha annunciato l'intenzione di riconoscere l'indipendenza autoproclamata dalle due regioni secessioniste georgiane dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia. Un isolamento evocato anche anche dal segretario di Stato Usa, Condoleezza Rice. Oggi il summit al Cremlino dei capi di Stato della Csto, l' organizzazione per la sicurezza collettiva che riunisce Russia, Bielorussia, Armenia, Kazakhstan, Kirghizistan e Tagikistan, ha approvato una dichiarazione comune che critica Tbilisi per il suo attacco all'Ossezia del Sud e sostiene il ruolo svolto da Mosca, senza tuttavia far alcun riferimento a un possibile riconoscimento, lasciato alla scelta indipendente dei singoli membri. Un successo a metà, ma migliore di quello strappato nei giorni scorsi al vertice del gruppo di Shanghai (Sco), l' organismo che raggruppa Russia, Cina e le repubbliche ex sovietiche dell'Asia centrale, che avevano affiancato alla solidarietà verso Mosca un richiamo ai principi del rispetto dell'integrità territoriale, tanto cara a Pechino. Ma, fatta eccezione per Georgia e Ucraina, il Cremlino riesce a mantenere una sua influenza nell'ex Urss: la visita di Cheney a Baku sembra essere stata un fiasco per il timore del presidente azero, Ilham Aliev, di inimicarsi Mosca. Ora comunque tutti gli occhi sono puntati su lunedì, quando a Mosca arriverà Sarkozy, accompagnato dal presidente della commissione Ue, José Manuel Durao Barroso, e dal capo della diplomazia europea, Javier Solana. Per gli europei si tratta di una riunione "cruciale", dopo che i preparativi della missione civile europea in Georgia "sono quasi ultimati", come ha svelato Solana, precisando che "la sola cosa che resta da vedere è quando, come e con quale mandato". Per il ministro degli esteri italiano, Franco Frattini, favorevole anche a un'inchiesta internazionale indipendente sul conflitto russo-georgiano, ci sono tutte le premesse per un successo dell'appuntamento al Cremlino. Da Mosca, intanto, piovono smentite alle notizie georgiane della costruzione di un muro stile Berlino per dividere Ossezia del Sud e Abkhazia dalla Georgia.
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